da La Redazione | 18 Feb, 2022 | Sport
I due astri nascenti del calcio che ce l’hanno fatta in parte
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Sono passati ormai più di 20 anni da quella famosa stagione 1999-2000, che fu irripetibile per Cassano ed Enyinnaya, e forse un po’ meno per il Bari, che comunque si salvò classificandosi 14° e giocò il secondo turno di Coppa Italia uscendo sconfitto contro il Napoli. Quei due giovanissimi calciatori, che nessuno conosceva, stupirono grazie alla loro classe cristallina. Con il pallone erano infatti in grado di fare un po’ quel che volevano, e questa cosa fu chiara a tutti solo dopo la gara vinta dal Bari per 2 a 1 sull’Inter. Ci arriveremo tra poco. Intanto ricordiamo che a quel tempo i biancorossi erano una bella realtà del campionato italiano, grazie anche all’apporto in panchina di Eugenio Fascetti, allenatore di esperienza e allo stesso tempo un “padre premuroso” per i tanti ragazzi che vestivano la maglia dei Galletti, tra cui Cassano ed Enyinnaya, due talenti che ce l’hanno fatta solo in parte. Sì, perché se l’italiano, nonostante il suo comportamento non certo irreprensibile, in campo e fuori dal campo, è comunque riuscito in carriera a indossare le casacche di Roma e Real Madrid, non onorandole fino in fondo, il nigeriano dopo quell’annata indimenticabile sparì pian piano dai radar del pallone che conta. Ora che entrambi hanno appeso le scarpe al chiodo, possiamo definire Enyinnaya come “un Cassano che non ce l’ha fatta”, mentre Cassano un ottimo giocatore che non è mai esploso definitivamente. Nonostante il salto di qualità che è mancato a entrambi, quando militavano nel Bari era un bello spettacolo vederli sul rettangolo verde. In particolare in un’occasione, che i tifosi dell’Inter ricorderanno bene.
Da una parte un favoloso esordio da titolare; dall’altra parta un incredibile euro-goal
Cassano ed Enyinnaya hanno cominciato a farsi conoscere da parte del grande pubblico amante del calcio durante quel famoso Bari-Inter del 18 dicembre del 1999 conclusosi con il punteggio di 2 a 1 per i biancorossi. In quell’occasione i due attaccanti fecero impazzire i nerazzurri, che in nessun modo riuscirono a fermarli. Soprattutto l’esordiente titolare Cassano detto Fantantonio, soprannome che lo ha accompagnato per tutta la carriera, un po’ come è successo a Lionel Messi con la sua Pulce Atomica, con la sua velocità è risultato praticamente imprendibile. Scendere in campo per la prima volta dal 1° minuto, e farlo segnando il suo primo goal contro la squadra per cui ha sempre fatto il tifo, sembrava essere un segno del destino per il centravanti nativo di Bari Vecchia. E in parte lo è stato anche se, come abbiamo accennato in precedenza, Antonio in tanti anni di pallone ha gettato al vento troppe ottime chance per diventare un campione. Parlando di Antonio, ci stavamo quasi dimenticando di Enyinnaya, che contro i nerazzurri al 7° minuto del primo tempo segnò un euro-goal che lo fece piangere di gioia. Quello fu in assoluto il suo goal più bello, non certo l’unico ma uno dei pochi, considerando che non fu mai un attaccante letale, sebbene i mezzi per sfondare a più riprese le reti avversarie li avesse tutti.
L’importanza di Eugenio Fascetti
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Se Cassano è diventato qualcuno lo deve quasi esclusivamente a una persona: Eugenio Fascetti. L’ex allenatore del Bari più di 20 anni fa lo consigliò in tutti i modi, cercando di farlo crescere sia come professionista sia come persona. Quasi fosse un padre, provò a fargli capire che il talento da solo può fino a un certo punto, perché ciò che fa la differenza è la serietà e l’impegno che ogni calciatore dovrebbe mettere se aspira a migliorarsi. Cassano lo ha ascoltato sì e no, nel senso che ha provato ad applicare i consigli del suo mentore con i Blancos, poi le “cassanate” hanno preso il sopravvento. La stessa cosa per altro era già successa quando giocava nella Roma. Un peccato davvero, perché lui ed Enyinnaya avrebbero potuto fare molto di più; in particolare Antonio come trequartista, che oggi al posto di D’Errico farebbe benissimo!
da Sport – Telebari – le notizie della città di Bari | 27 Nov, 2018 | Sport
Christian Langella in esclusiva a Radiobari: “Adesso sogno un gol al San Nicola”
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da La Redazione | 25 Nov, 2018 | Apertura, Sport
Continua l’imbattibilità del Bari in questo campionato di Serie D. Anche sul tanto discusso campo del Gela i biancorossi conquistano i tre punti grazie alle reti nel secondo tempo di Simeri e Langella. Queste le dichiarazioni rilasciate da mister Cornacchini al termine dell’incontro:
” E’ stata una settimana non semplicissima a causa della questione campo qui a Gela. Oggi abbiamo sfornato una grande prestazione e abbiamo meritato la vittoria, una vittoria importante proprio per tutto ciò che è successo. Brienza? Ha subito una distorsione, valuteremo le sue condizioni al rientro. Miglior difesa? Il merito è del collettivo che si sta esprimendo bene, la squadra lavora bene in fase di non possesso. Langella è un ragazzo di grande qualità. Oggi mi serviva un palleggiatore e ho schierato lui come under, quando hai i giovani che stanno bene si possono fare queste scelte”
Infine un’ultima battuta sull’ormai imminente apertura del mercato di riparazione: “In un campionato così impegnativo un giovane in più fa sempre comodo, ma sono cose che riguardano la società”
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da Italo Cinquepalmi | 24 Nov, 2018 | Apertura, Sport
“A Gela troveremo un ambiente caldissimo. Occhio a non concedere niente”. Giovanni Cornacchini mette in guardia i propri ragazzi da un fattore da non sottovalutare in alcuna maniera. L’ambiente, appunto, fermo restando che i biancorossi incontrano la squadra con la difesa meno battuta del campionato. “Sarà dura come tutte le gare – sottolinea il tecnico – ma sono certo che troveremo delle occasioni da sfruttare, l’importante è essere bravi a cogliere il momento giusto”.
Un match senza pubblico, e da giocare su un campo sintetico, motivo per il quale Cornacchini è ancora incerto sulla miglior formazione da schierare. “Ci sono molte variabili e devo fare delle valutazioni anche su Brienza. Mi auguro che ci siano molti gol, da parte nostra. Oggi, durante la rifinitura, ho provato diverse soluzioni in attacco e i ballottaggi riguardano tutti. Per quanto riguarda il terreno di gioco – conclude Cornacchini – non conosco le attuali condizioni del campi di Gela. Mi auguro solo di vedere una bella partita”.
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da Sport – Telebari – le notizie della città di Bari | 23 Nov, 2018 | Sport
Correva l’anno 1998-99 e il mondiale di Francia, nel quale l’Italia venne eliminata ai quarti di finale dai padroni di casa, che poi si sarebbe imposti in finale contro il Brasile, lasciava una serie di conseguenze sul campionato italiano. Da un lato, Ronaldo il Fenomeno tornava in Italia con molti dubbi sulle sue condizioni fisiche, dall’altro il Milan di Alberto Zaccheroni preparava la scalata a uno Scudetto conteso dalle famose “Sette Sorelle”. Tuttavia, in quella stagione, l’As Bari realizzò una delle più grandi annate della sua storia arrivando decimo in classifica e potendo addirittura partecipare alla successiva Coppa Intertoto, sebbene poi l’invito fu declinato dalla società allora presieduta da Antonio Matarrese. Erano gli anni in cui il vulcanico ma genuino Eugenio Fascetti faceva faville sulla panchina barese, motivando al massimo i suoi calciatori e la piazza, che andava a vedere le partite dei suoi beniamini con molto entusiasmo.
Nella stagione 1998-99, la squadra barese fu una delle sorprese dell’anno e arrivò a maggio con 42 punti in classifica, frutto di nientemeno che 9 vittorie. In quegli anni i “Galletti” erano capaci di battere chiunque, persino quella Vecchia Signora che oggi sembra essere imbattibile. Le quote sulla vincente della Serie A di quest’anno sono infatti chiare: la Juventus è l’assoluta favorita al titolo italiano, soprattutto dopo un inizio strepitoso nel quale in 12 partite ha conquistato ben 34 punti. L’anno precedente a quello in esame, inoltre, il Bari aveva anche sconfitto in casa un Milan che era ancora impregnato dalla grande aura che lo caratterizzava e lo rendeva una delle squadre più temute d’Europa.
“Stadio San Nicola 2015” by (CC BY 2.0)
Gli anni ’90, iniziati sotto la spinta del nuovo stadio San Nicola, furono importanti per il Bari, che già nella stagione 1991-92 aveva raggiunto il decimo posto grazie anche all’ingaggio di calciatori importanti come Zvonimir Boban, Robert Jarni e David Platt. Tuttavia, il Bari di Fascetti fu un vero e proprio miracolo, forse proprio perché era privo di fenomeni assoluti, eccezion fatta per Gianluca Zambrotta, che venne impiegato dal tecnico Viareggino come esterno d’attacco e si distingueva spesso per le sue galoppate e per i suoi assist a Philemon Masinga, il capocannoniere della squadra pugliese con 11 reti a fine campionato.
Erano gli anni del Bari pre Antonio Cassano, il calciatore più forte mai nato in Puglia che avrebbe cambiato la storia del club con quel suo gol all’Inter una stagione più tardi. Era il Bari di Michael Madsen e Peter Knudsen, due danesi terribili accompagnati da altri due scandinavi, il centrocampista svedese Daniel Andersson e il suo compatriota l’attaccante Yksel Osmanosvki. Il capitano Luigi Garzya e il compianto portiere Franco Mancini erano l’anima di una squadra che avrebbe fatto divertire molto i suoi tifosi e tutti gli appassionati del calcio di provincia. Il tutto prima di iniziare a fare la spola tra Serie A e Serie B e poi fallire. Oggi che si riparte dalla D, i tifosi ricordano sempre con gioia quella stagione storica e unica.
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da Sport – Telebari – le notizie della città di Bari | 23 Nov, 2018 | Sport
In esclusiva su Radiobari il mister del Bari Cornacchini commenta la decisione della Lega Nazionale Dilettanti di far disputare regolarmente la contro il Gela domenica al “Vincenzo Presti”, a porte chiuse: “Giusto così, hanno giocato in quello stadio tutte le altre gare di campionato. In questa settimana polemiche ci sono state solo da parte loro. Di sicuro troveremo un ambiente poco favorevole ma dobbiamo restare sereni e non cadere nelle provocazioni. Il campionato è ancora lungo, dobbiamo ragionare in prospettiva e ci dobbiamo tutelare. Il Gela è comunque una squadra attrezzata per fare bene, Karel Zeman ha dato loro una mentalità offensiva e propositiva. Noi dobbiamo fare la nostra partita, essere bravi soprattutto a sfruttare le occasioni che inevitabilmente ci capiteranno. Formazione? Non ho ancora deciso, ho tanti giocatori bravi e come scelgo di sicuro non sbaglio”.
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