I due astri nascenti del calcio che ce l’hanno fatta in parte

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Sono passati ormai più di 20 anni da quella famosa stagione 1999-2000, che fu irripetibile per Cassano ed Enyinnaya, e forse un po’ meno per il Bari, che comunque si salvò classificandosi 14° e giocò il secondo turno di Coppa Italia uscendo sconfitto contro il Napoli. Quei due giovanissimi calciatori, che nessuno conosceva, stupirono grazie alla loro classe cristallina. Con il pallone erano infatti in grado di fare un po’ quel che volevano, e questa cosa fu chiara a tutti solo dopo la gara vinta dal Bari per 2 a 1 sull’Inter. Ci arriveremo tra poco. Intanto ricordiamo che a quel tempo i biancorossi erano una bella realtà del campionato italiano, grazie anche all’apporto in panchina di Eugenio Fascetti, allenatore di esperienza e allo stesso tempo un “padre premuroso” per i tanti ragazzi che vestivano la maglia dei Galletti, tra cui Cassano ed Enyinnaya, due talenti che ce l’hanno fatta solo in parte. Sì, perché se l’italiano, nonostante il suo comportamento non certo irreprensibile, in campo e fuori dal campo, è comunque riuscito in carriera a indossare le casacche di Roma e Real Madrid, non onorandole fino in fondo, il nigeriano dopo quell’annata indimenticabile sparì pian piano dai radar del pallone che conta. Ora che entrambi hanno appeso le scarpe al chiodo, possiamo definire Enyinnaya come “un Cassano che non ce l’ha fatta”, mentre Cassano un ottimo giocatore che non è mai esploso definitivamente. Nonostante il salto di qualità che è mancato a entrambi, quando militavano nel Bari era un bello spettacolo vederli sul rettangolo verde. In particolare in un’occasione, che i tifosi dell’Inter ricorderanno bene.

Da una parte un favoloso esordio da titolare; dall’altra parta un incredibile euro-goal

Cassano ed Enyinnaya hanno cominciato a farsi conoscere da parte del grande pubblico amante del calcio durante quel famoso Bari-Inter del 18 dicembre del 1999 conclusosi con il punteggio di 2 a 1 per i biancorossi. In quell’occasione i due attaccanti fecero impazzire i nerazzurri, che in nessun modo riuscirono a fermarli. Soprattutto l’esordiente titolare Cassano detto Fantantonio, soprannome che lo ha accompagnato per tutta la carriera, un po’ come è successo a Lionel Messi con la sua Pulce Atomica, con la sua velocità è risultato praticamente imprendibile. Scendere in campo per la prima volta dal 1° minuto, e farlo segnando il suo primo goal contro la squadra per cui ha sempre fatto il tifo, sembrava essere un segno del destino per il centravanti nativo di Bari Vecchia. E in parte lo è stato anche se, come abbiamo accennato in precedenza, Antonio in tanti anni di pallone ha gettato al vento troppe ottime chance per diventare un campione. Parlando di Antonio, ci stavamo quasi dimenticando di Enyinnaya, che contro i nerazzurri al 7° minuto del primo tempo segnò un euro-goal che lo fece piangere di gioia. Quello fu in assoluto il suo goal più bello, non certo l’unico ma uno dei pochi, considerando che non fu mai un attaccante letale, sebbene i mezzi per sfondare a più riprese le reti avversarie li avesse tutti.

L’importanza di Eugenio Fascetti

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Se Cassano è diventato qualcuno lo deve quasi esclusivamente a una persona: Eugenio Fascetti. L’ex allenatore del Bari più di 20 anni fa lo consigliò in tutti i modi, cercando di farlo crescere sia come professionista sia come persona. Quasi fosse un padre, provò a fargli capire che il talento da solo può fino a un certo punto, perché ciò che fa la differenza è la serietà e l’impegno che ogni calciatore dovrebbe mettere se aspira a migliorarsi. Cassano lo ha ascoltato sì e no, nel senso che ha provato ad applicare i consigli del suo mentore con i Blancos, poi le “cassanate” hanno preso il sopravvento. La stessa cosa per altro era già successa quando giocava nella Roma. Un peccato davvero, perché lui ed Enyinnaya avrebbero potuto fare molto di più; in particolare Antonio come trequartista, che oggi al posto di D’Errico farebbe benissimo!